IL VESTITO NUOVO DELL’IMPRENDITORE

Macchine nobili, abiti vistosi e firmati, modi arroganti, gusti eccentrici. Questi sono stati tradizionalmente i tratti salienti dell’iconografia dell’imprenditore di successo. E non solo negli Stati Uniti. Basta guardare pochi minuti di una puntata del (discutibile) reality show “The Apprentice” condotto da Flavio Briatore e i conti tornano subito. Poi, fuori dai luoghi comuni e dalle copertine delle riviste di gossip, ci sono i piccoli imprenditori. Quelli che non si sono mai “montati la testa”, che viaggiano senza autista e che anche se, con il passare degli anni, sono oggi tutt’altro che piccoli, mantengono uno stile sobrio e sottovoce. Quelli che non hanno tempo per televisione e interviste perché hanno appreso le regole della gestione, ma non hanno perso il gusto del fare. Quelli che credono ancora all’antica responsabilità del “buon padre di famiglia”.

Ma al di là degli stereotipi, quali sono i tratti che connotano, oggi, la figura dell’imprenditore di successo? Li ha scovati Grant Cardone, formatore, scrittore ed editorialista del New York Times, che ha svolto una ricerca empirica sui tratti che accomunano i più importanti imprenditori di oggi da Oprah Winfrey a Bill Gates. Ecco i risultati: sorprendenti, in quanto in pieno contrasto con la manualistica sull’argomento. Per esempio, i grandi imprenditori odiano lo status quo, lo stare seduti o anche soffermarsi troppo sulle cose. Necessitano di “moto continuo”. Si annoiano facilmente, soprattutto se devono affrontare problemi troppo ordinari o poco sfidanti. Sono ipercreativi e, per questo, sanno ispirare e motivare gli altri, ma allo stesso tempo difficilmente vengono ispirati e motivati dagli altri.

Sono “fuori dagli schemi”, ribelli, insofferenti a ogni regola, e pertanto hanno un rapporto difficile con l’autorità. Ma proprio perché “allergici agli schemi” tendono a voler migliorare tutto, dato che per loro tutto può essere sempre migliorato. Detestano convenzioni e convenevoli: sono tutte perdite di tempo e il tempo è per definizione troppo poco. Non sono propriamente dei campioni di socialità. Spesso hanno avuto un’infanzia in cui sono stati derisi o oggetto di bullismo e se il mondo è stato cattivo con loro, bene, è arrivata l’ora del riscatto. Hanno un tratto ossessivo-compulsivo, ma non è un disturbo: è il carburante della loro visione. Per questo dormono male: non sanno spegnere i pensieri e, se proprio devono, li incastrano nei sogni, per portarsi avanti sul lavoro del giorno successivo.

Noi crediamo che questa analisi, decisamente cruda, abbia un’impronta molto più in linea con il sogno americano che con la realtà italiana. I nostri imprenditori forse sono un po’ meno adrenalinici, forse un po’ meno ossessionati dall’”arrivare a tutti i costi”, ma arrivano e spesso anche lontano. Che poi la genialità imprenditoriale spesso sia opposta ai dogmi teorizzati dalla manualistica è un dato di fatto, tuttavia fortunatamente, almeno qui da noi, non deve passare gioco-forza dal lettino dello psicanalista.

Per saperne di più:

entrepreneur.com

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Informazioni sull'autore/i

Epson Italia Blog
Data di pubblicazione:
05.11.2012