Gli angeli delle startup
By Epson Italia Blog
Idea, sviluppo del concept, creazione del team, redazione del business plan… Cos’altro occorre per avviare una startup e farla crescere? Naturalmente le risorse finanziarie, senza le quali la startup rimarrebbe su qualche file archiviato e nei sogni di chi l’ha ideata. Ma trovare i capitali e convincere altre persone della riuscita del proprio progetto non è un’azione semplice.
Nel post precedente sono state presentate alcune opportunità offerte dall’ecosistema pubblico per agevolare la nascita e la crescita delle imprese, ma è fondamentale ricordare che il primo finanziatore di un progetto è l’imprenditore stesso, che si assume il rischio con capitale proprio. Nella fase di avvio di una startup il rischio è condiviso con le persone più vicine o più facili da convincere – quelle che gli americani chiamano 3 F: Family, Friends and Fools -, pronte a investire nel progetto. Ma questa forma di finanziamento si esaurisce normalmente nel primo periodo di vita dell’impresa ed è quindi necessario cercare anche all’esterno fonti di finanziamento. Una startup che riesce a finanziarsi con il proprio capitale può mantenere il completo controllo dell’azienda, prendere in autonomia le decisioni e avere la piena titolarità dei profitti. Tale scenario però non si presenta con frequenza, soprattutto per le imprese ad elevato potenziale di crescita. Ecco che a questo punto entra in gioco il capitale di rischio, fornito da un soggetto esterno disposto a investire nel progetto d’impresa in cambio di una partecipazione alla proprietà e agli utili prodotti, con una quota proporzionale al capitale investito. Il soggetto finanziatore può essere una società finanziaria, un fondo di venture capital, una banca d’affari (venture capital), un’azienda (corporate venture), un business angel (angel investing) o un gruppo di business angel (in Italia i principali sono IAG e IBAN).
I business angel, in particolare, partecipano al capitale quando il progetto d’impresa è ancora nelle fasi iniziali, quindi con una componente di rischio elevata, apportando risorse finanziarie ma anche competenze e contatti utili allo sviluppo della società. L’incontro tra startupper e business angel è molto delicato, va a modificare di fatto la compagine societaria e potrebbe intaccare gli equilibri all’interno del team iniziale. Prima di sottoscrivere un qualsiasi tipo di accordo è comunque necessaria una fase di negoziazione che comprende la cosiddetta due diligence, ossia un approfondito processo d’indagine dell’attività d’impresa. In questo stadio bisogna fornire al business angel una visione organizzata e strutturata di tutti i documenti legati alla propria attività. Ma la due diligence deve essere condotta anche nel senso inverso: valutando i finanziatori interessati a investire, considerando eventuali investimenti già conclusi e ottenendo referenze da altri imprenditori finanziati. È altrettanto importante verificare che gli interessi e la visione dei business angel siano allineati rispetto a quelli del team e tenere in considerazione quante e quali risorse, oltre ai capitali, possano apportare (competenze tecniche specifiche, in ambito finanziario, manageriale e commerciale, ma anche contatti chiave per lo sviluppo del progetto imprenditoriale). Ulteriori suggerimenti connessi agli aspetti finanziari e legali e al rapporto tra startup e business angel sono forniti da Scott Edward Walker – fondatore della Walker Corporate Law e autore del libro “The Startup Law Playbook” – in due interessanti post pubblicati sul suo blog Angel Financings: Legal Tips For Entrepreneurs Part1 e Part2.
La startup protagonista del post è JUSP, azienda incubata nell’Acceleratore d’Impresa, gestito dalla Fondazione Politecnico di Milano. JUSP ha progettato e sviluppato un dispositivo che, tramite l’entrata audio, è in grado di trasformare smartphone e tablet in veri e propri terminali di pagamento. Il device accetta transazioni con carta di credito e bancomat e garantisce il massimo livello di sicurezza delle operazioni. L’idea è nata da due giovani ragazzi con esperienza nel settore informatico, successivamente la società ha visto l’ingresso di un gruppo di business angel provenienti dal settore dei pagamenti, dei servizi finanziari e delle startup.
JUSP ha ottenuto di recente un nuovo finanziamento di circa $6 milioni da due fondi di investimento italiani (Fondi Principia II e Vertis Venture), uno dei più alti contratti d’investimento mai realizzati in Italia per una start-up: http://www.jusp.com/news/.
Per saperne di più, è anche disponibile l’articolo su Techrunch
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