Perché non tutti gli studenti apprezzano l’ICT?

By Epson Italia Blog

Immaginate di rivolgervi a un gruppo di 100 studenti di scuole europee. Dite: “Alzate la mano se non siete d’accordo con questa affermazione: è utile usare il computer per l’apprendimento, in quanto mi aiuterà nella vita futura”.

I vostri ascoltatori sono adolescenti di sedici e diciassette anni, la generazione cresciuta con computer, social media e tecnologia mobile di tutti i tipi. Quante mani alzate vi aspettereste di contare? Una dozzina, forse meno, cinque o sei? Neanche quelle? Allora rimarreste sorpresi.

Secondo un’indagine comparativa sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) condotta nelle scuole europee, sarebbero almeno il 30% degli studenti ritiene che l’apprendimento tramite computer e tecnologia non li aiuterà negli anni a venire. Affermazioni simili sull’importanza dell’uso del computer per l’apprendimento e per trovare lavoro e avere successo nella professione in futuro, ricevono reazioni analoghe.

Perché? Dopo aver consultato studi di esperti di ICT nella formazione europea ci siamo fatti un’idea.

I report condividono un’idea diffusa e ottimistica. L’ICT possiede il potenziale per rivoluzionare l’insegnamento e l’esperienza di apprendimento degli studenti: aule creative, modelli di apprendimento ibridi e ambienti di apprendimento virtuale, in cui studenti e insegnanti interagiscono online e con accesso 24 ore su 24 ai materiali di apprendimento a scuola e da casa. Fin qui tutto bene.

Questi report inoltre non ignorano certamente il mondo esterno. Comprendono la crescente importanza della tecnologia oltre l’aula, il modo in cui l’ICT costituisce una preparazione alla vita e al lavoro oltre a essere uno strumento fondamentale di apprendimento scolastico. Ecco una citazione tratta da Horizon Report Europe: 2014 Schools Edition, pubblicata dalla Commissione europea (CE) e dal New Media Consortium. “[…] la Commissione europea ha stimato che entro il 2020 il 90% dei posti di lavoro in Europa richiederà competenze digitali“.

Tuttavia, è un dato di fatto che nelle scuole non si sta ancora realizzando il pieno potenziale dell’ICT: assenza di competenze nel personale scolastico, pochi strumenti ICT e scuole scarsamente attrezzate.

Nel report 2014 Schools Edition si legge: “Di recente la Commissione europea ha reso noto che il 63% della popolazione di nove anni di età e il 50% della popolazione di 16 anni di età frequentano scuole prive di importanti attrezzature digitali. Il 20% degli studenti di scuola secondaria non ha mai o quasi mai usato un computer in classe“.

Sebbene esistano esempi di buone pratiche e innovazione (un progetto in Turchia prevede l’introduzione di oltre dieci milioni di tablet nel sistema formativo pubblico; il 90% degli studenti di Lussemburgo e Belgio frequenta scuole con ambienti di apprendimento virtuale), esistono anche alcuni dati negativi.
Ad esempio, il 18-28% degli studenti, a seconda dell’età, ha scarso accesso all’ICT sia da casa sia a scuola (pertanto la scuola affronta il divario digitale in modo inadeguato). Oltre il 50% degli studenti non ha quasi mai utilizzato libri di testo digitali o strumenti multimediali.

Esistono, inoltre, notevoli differenze tra le scuole dei diversi Paesi. Secondo un’indagine comparativa del 2013 (Survey of Schools: ICT in Education), il 55% degli adolescenti di 16 e 17 anni di età frequenta le scuole meglio attrezzate dal punto di vista digitale, in quanto dotate di desktop, laptop, lavagne interattive, videoproiettori, banda larga veloce ed elevata connessione. La restante percentuale frequenta scuole parzialmente attrezzate, con banda larga lenta o senza banda larga e con scarsa connessione o senza connessione.

Ora iniziamo a capire perché quel 30% di studenti ha alzato la mano, dichiarandosi insoddisfatti della tecnologia: purtroppo sono ancora in troppi a non aver sperimentato il pieno potenziale dell’ICT nella propria scuola. Non sorprende quindi che una significativa minoranza dubiti del loro valore come ausilio negli anni a venire o per trovare lavoro.

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