Smart Glasses e l’esperienza utente
By Epson Italia Blog
Oggi incontriamo Luca Mascaro, CEO e Head of Design di Sketchin. Da oltre 10 anni si occupa di progettare con gli utenti l’esperienza d’uso e la strategia di design di prodotti, sistemi, servizi e processi per vari brand a livello globale.
Ha fondato nel 2006 Sketchin, una realtà che conta oggi una presenza internazionale con sedi a Lugano (Svizzera), Atlanta e San Francisco (USA).
Da esperto di interazione, come vedi l’incremento di oggetti “smart” negli ultimi 24 mesi?
Sono molto affascinato dall’accelerazione in questo campo, soprattutto quando osservo l’impatto invisibile che queste tecnologie hanno sulla vita di migliaia di persone. Oggetti che, attraverso sensori e intelligenza software/di rete, hanno la capacità di anticipare alcune azioni in modo semi-automatico e di prevederne il comportamento.
Negli ultimi 24 mesi, il numero degli “Smart Objects” disponibili sul mercato – sia consumer sia industriale – è esploso in maniera esponenziale ed è importante notare come essi vengano spesso acquistati in maniera quasi inconsapevole.
Questo fenomeno, guidato dall’offerta di mercato, ha migliorato in maniera sensibile molti micro-momenti quotidiani di milioni di persone, trasformando la percezione di ciò che oggi è la logica del software in una sorta di “magia tecnologica” che ci circonda.
L’aspetto interessante, dal punto di vista esperienziale, è che la maggior parte delle persone attribuisce un valore estrinseco estremo a questi prodotti, riconoscendo di rimando un appeal molto forte anche ai brand che li offrono. Ma questo, spesso, avviene senza capire fino in fondo il valore degli stessi o il loro specifico funzionamento.
Sono convinto che questo fenomeno si affermerà sempre più in futuro, portandoci a vivere gli oggetti smart come dei “problem solver”: oggetti intelligenti che vivono con noi e risolvono in maniera sistematica i nostri micro-bisogni quotidiani, quasi con un tocco di magia.
In Sketchin quali esperienze avete avuto nel 2015?
Il 2015 è stato un anno velocissimo per noi, sotto tutti i punti di vista. Abbiamo aumentato il numero di clienti, aperto una sede a San Francisco, seguito una quantità impressionante di progetti stimolanti. Tra questi ultimi, anche una serie di progetti nei settori IoT e wearable per alcune startup, legati alla creazione/integrazione di servizi a prodotti fisici per aumentarne l’esperienza. Purtroppo, però, si tratta di attività ancora coperte da accordi di riservatezza, per cui non possiamo parlarne.
Parlando di oggetti indossabili, cosa ne pensi degli smart glasses?
Penso che siano una tecnologia estramemente interessante in campo industriale, utili per creare interazioni direttamente nel contesto, ma che al momento non abbiano ancora trovato un vero e proprio sbocco in ambito consumer. È vero comunque che siamo ancora agli albori di queste tecnologie.
Il mondo del design sta lavorando da anni per sviluppare delle tecnologie che aumentino le percezioni visive, uditive e tattili delle persone, ma che contemporaneamente siano socialmente accettate in termini di forma/funzione. Possiamo supporre che, sicuramente, nell’arco di 20 anni sarà normale girare per le nostre città e vedere persone che indossano artefatti che estendono i loro sensi, ma gli attuali esperimenti di prodotti – come i Google Glass – sono purtroppo ancora inaccettabili in termini sociali e di piacere/vantaggio nell’indossarli quotidianamente.
Nel frattempo possiamo lavorare nel campo industriale o professionale dove i benefici sono già più che evidenti.
Quali vantaggi possono apportare nella vita di tutti i giorni?
Oggi hanno decine di applicazioni pratiche e vantaggiose: supportare personale tecnico in operazioni complesse, estendere la memoria delle persone, monitorare le attività delle persone, dare loro un feedback o informazioni tecniche in tempo reale.
In pratica credo che gli smart glasses, specialmente se integrati in un sistema di altri oggetti indossabili, possano trovare oggi applicazioni di efficientamento in tutti quei campi industriali dove troviamo personale specializzato che svolge compiti complessi.
Ringraziamo Luca e Sketchin per l’intervista.
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