mHealth: assistenza sanitaria da remoto
By Epson Italia Blog
Sembrerebbe una svolta nel campo medico. I sistemi sanitari europei risparmieranno miliardi. Gli anziani infermi e le persone che soffrono di malattie croniche potranno rimanere a casa. Ci sarà meno pressione sul personale ospedaliero sempre oberato di lavoro e sui costosi posti letto delle strutture sanitarie.
Sembra proprio una grande vittoria in tempi in cui il servizio sanitario è schiacciato da costi e sollecitazioni demografiche senza precedenti, vero?
Tuttavia, il dibattito sui vantaggi della soluzione mHealth, ovvero fornire assistenza sanitaria tramite dispositivi di comunicazione mobile, comporta inevitabilmente domande quali: “Quando potrà decollare realmente?” o “Chi sarà incaricato dell’implementazione?”.
Potenzialità
È un vero rompicapo: tutte le relazioni stilate al riguardo hanno rivelato un potenziale assolutamente positivo sia per i pazienti sia per i bilanci delle strutture sanitarie. Ad esempio, GSMA, che rappresenta gli interessi degli operatori mobili nel mondo, stima un risparmio solo in Europa pari a 100 miliardi di euro entro il 2017 grazie all’adozione della tecnologia mHealth.
Il Boston Consulting Group, su commissione di Telenor, azienda norvegese di telecomunicazioni, ha illustrato i livelli di efficienza raggiungibili tramite consulenza e supporto da remoto ai pazienti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva. I pazienti possono essere riabilitati presso le proprie abitazioni tramite monitoraggio remoto e smartphone abilitati ai video. I test condotti nei paesi nordici hanno evidenziato il 50-60% di riduzione nel numero di notti di ricovero negli ospedali e nella ri-ospitalizzazione.
Lo stesso studio ha stimato che il monitoraggio da remoto potrebbe ridurre i costi sanitari per gli anziani di 1,25 miliardi di euro in Danimarca, 2,4 miliardi in Svezia e 1,5 miliardi in Norvegia.
La tecnologia mHealth appare come una cosa semplicissima grazie al numero crescente di applicazioni per smartphone.
Ecco un paio di esempi:
- Un’impiegata indossa una fascia per la registrazione delle distanze percorse, dei passi effettuati, delle calorie bruciate e addirittura dei ritmi del sonno. Le informazioni vengono poi trasmesse allo smartphone in modalità wireless.
- Un’anziana signora affetta da diabete utilizza in casa un dispositivo per la misurazione del glucosio che trasmette i dati in tempo reale al medico. Lo smartphone della paziente la aiuta inoltre a seguire la dieta corretta e a monitorare la somministrazione dell’insulina.
Se si considera la velocità con cui la tecnologia avanza, l’ampiezza del mercato e dei risparmi potenziali, non sorprende che i sistemi mHealth siano così popolari.
Ostacoli
Tuttavia, la preoccupazione maggiore è correlata alla difficoltà di realizzazione del potenziale. Secondo la relazione messa a punto dal Boston Consulting Group, “È necessario abbattere molte barriere prima che la tecnologia mHealth possa iniziare la trasformazione dei sistemi sanitari e dell’offerta del servizio”.
Sebbene ci si aspetti che l’Europa diventi il mercato globale più ampio per la tecnologia mHealth entro il 2018, superando persino l’America, ci sono ancora una serie di ostacoli ben documentati su cui lavorare. I risultati emersi da una recente consultazione pubblica della Commissione europea includono questioni relative alla privacy e alla protezione dei dati, ai requisiti di qualità per la categorizzazione di app relative a stile di vita e benessere e ulteriori prove della convenienza, in termini economici, della tecnologia mHealth.
Un’altra barriera che ci si ritrova spesso a dover abbattere è quella relativa agli incentivi. Ad esempio, se un medico viene retribuito in base al numero di pazienti che conta l’ambulatorio, il monitoraggio domestico tramite tecnologia mHealth comporterebbe una perdita nelle entrate. Inoltre, alcuni medici sono restii al cambiamento che comporterebbe l’aumento del “potere” dei pazienti.
C’è un motivo per cui il discorso di chiusura del Summit europeo di mHealth (Riga, maggio 2015) è intitolato “Chi ha maggiore interesse a utilizzare la tecnologia mHealth? Chi dovrebbe implementare e sovvenzionare la tecnologia mHealth?”.
Con un potenziale così alto per i pazienti e i sistemi sanitari, queste domande avrebbero già dovuto avere delle risposte.
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