Mare polmone della Terra: dalla sua salute dipende la nostra qualità della vita
By Epson Italia Blog
Marevivo da oltre 30 anni lotta per difendere i nostri mari dai cambiamenti climatici e dalle specie aliene più pericolose: i rifiuti. Oggi vi raccontiamo qualcosa di più intervistando Raffaella Giugni Responsabile relazioni istituzionali dell’associazione.
Marevivo è un'associazione attiva da anni per la difesa dei nostri mari. Un tema di stretta attualità, eppure Marevivo non nasce oggi... Quando è stata fondata e come è mutato il suo impegno (e i problemi da affrontare)?
Marevivo è stata fondata nel 1985 quando l’ambientalismo e la tutela del Pianeta erano argomenti che l’opinione pubblica considerava secondari. A quell’epoca le difficoltà maggiori derivavano proprio dalla mancanza di una coscienza ambientale e ciò rendeva indispensabile un grande lavoro di sensibilizzazione ed educazione. Oggi non è più così: a causa del livello di criticità raggiunto le tematiche che affrontiamo da più di trent’anni sono ormai molto diffuse. C’è maggiore consapevolezza nel pubblico, ma è necessario agire con urgenza: ognuno di noi deve fornire il proprio contributo per supportare questo mutamento e noi ci impegniamo costantemente per spingere le istituzioni ad approvare norme a difesa del mare e rendere, in questo modo, il cambiamento veramente efficace.
Negli ultimi anni avete vinto molte battaglie: #StopSingleUsePlastic è addirittura stata sposata dal Ministero dell’Ambiente…
Il Ministero dell’Ambiente è stato il primo ad aderire alla nostra campagna #StopSingleUsePlastic, sostenendo l’appello che abbiamo lanciato, il 4 giugno 2018, a tutte le istituzioni per invitarle a rinunciare alla plastica usa e getta. Da allora, 4 ministeri, 3 regioni, oltre 100 comuni e isole nonché più di 150 istituti scolastici e 16 università hanno sostenuto la campagna: una vera e propria rivoluzione plastic free!
La normativa – che entrerà in vigore in Italia ed Europa entro 2 anni – vieta la produzione di molti prodotti di plastica monouso. Siete soddisfatti o ritenete vada fatto di più?
Si tratta sicuramente di un grande passo in avanti per la lotta all’inquinamento, ma la direttiva risulta incompleta poiché non include i bicchieri di plastica che rappresentano circa il 20% dei rifiuti marini ed è anche poco chiara in alcuni punti fondamentali. Per questo è molto importante che il Governo italiano inserisca, nell’atto di recepimento, una serie di emendamenti che la rendano veramente efficace.
Per il 3 luglio avete organizzato un evento dedicato alla moda... cosa c'entra con le microplastiche?
Marevivo quest’anno organizza una conferenza all’Accademia del Costume e della Moda con un focus specifico sulle microfibre ovverosia le microplastiche rilasciate dai tessuti sintetici durante i lavaggi in lavatrice. Un solo carico produce milioni di microfibre di dimensioni inferiori ai 5 millimetri che si riversano in mare e vengono quindi ingerite dagli organismi marini entrando così nella catena alimentare. È chiaro, dunque, che l'industria non può ignorare la questione. Inoltre, con una petizione lanciata su Change.org, chiediamo un’etichettatura visibile sui capi di abbigliamento che indichi la percentuale di fibre sintetiche e naturali contenute nel singolo capo e che riporti delle indicazioni su come lavare i tessuti per ridurre l’inquinamento delle acque provocato dal rilascio di microfibre durante il lavaggio in lavatrice.
Proprio a giugno siete stati insigniti del riconoscimento GreenHeroes premio designato da Alessandro Gassman e dal Kyoto Club. Vi sentite un po' dei supereroi del mare?
Fa sempre piacere vedere che il proprio lavoro ottiene dei riconoscimenti e siamo molto contenti di questo premio. La battaglia è molto difficile e avremmo veramente bisogno di “super poteri” per riuscire a vincerla, ma il nostro non è un atto di eroismo perché difendere il mare vuol dire salvare la nostra stessa sopravvivenza sul pianeta. Il mare produce il 50% dell’ossigeno che respiriamo e abbiamo tutto l’interesse a tutelarlo.
Articolo a cura di Letizia Palmisano giornalista ambientale e di Rete Clima
Anche noi di Epson ci impegniamo per un mondo (e un mare) migliore. Dal 1 aprile scorso infatti Epson ha messo al bando la plastica monouso dai propri uffici europei con largo anticipo rispetto all’entrata in vigore del Regolamento Europeo, prevista per il 2021. #EpsonGreen
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Guidato da Seiko Epson Corporation con sede in Giappone, il Gruppo Epson genera un fatturato annuo di circa 1.000 miliardi di Yen (circa 7,5 miliardi di euro).
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